Isola di Ustica testo tratto da http://www.ustica.net/ Gli antichi geografi e storiografi la chiamarono Ustica, ossia relitto di vulcano spento (Ustum = bruciata). Per i Greci invece era Osteodes = "ossario o isola delle ossa", per i resti umani di una deportazione cartaginese di soldati mercenari, ammutinati che qui trovarono la morte per fame e sete. Oppure, secondo la mitologia, le ossa degli sventurati naviganti che rimanevano incantati dall’ammaliante voce delle sirene, sedute sulle alture prospicienti al mare, e il cui canto melodioso faceva perdere il senno agli incauti naviganti, che finivano per schiantarsi contro le roccie frastagliate. Ma “L’Isola delle Ossa” si riferisce anche all’identificazione, da parte di alcuni studiosi, dell’isola di Ustica con l’isola Eéa, dimora solitaria della potente maga Circe, che trasformava in animali i naviganti che osavano avvicinarla. Cala S. Maria ad Ustica Punto strategico per i traffici ed i commerci, Ustica vide passare i Fenici, i Greci, i Cartaginesi e i Romani che nell'isola lasciarono vestigia un pò dappertuttio. In seguito fu la base delle scorrerie saracene che l'usavano per nascondere le loro navi e quindi attaccare di sorpresa i naviganti. A scongiurare il pericolo saraceno non ci riuscirono né i Normanni né gli Spagnoli che ne subirono le violenze. Solo al tempo di Ferdinando IV Re delle due Sicilie, dopo che nell'ennesima scorreria turca furono trucidati tutti i colonizzatori, mandati dal Re dalle Eolie e da Trapani, il Viceré di Sicilia decise di innalzare una serie di fortificazioni intorno all'isola che consentissero ai coloni di poter lavorare tranquillamente. Furono quindi costruite le cisterne per l'acqua piovana e le case che andarono poi a costituire il centro abitato principale, intorno alla Cala Santa Maria che rimane il rifugio più consistente dell'isola. MONUMENTI - Nel settore monumentale citiamo la Fortezza borbonica del XVIII secolo e la Torre di S. Maria costruita in difesa dell'omonima cala.
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